CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
UN LIBRO ANCORA DA SCRIVERE: UPTON SINCLAIR

lunedì 13 novembre 2017

ED ALLA FINE WEST DISSE... (ovvero ruscelli d'autunno) (37)







































Precedenti capitoli:

Go West Baby & Pellegrini & Predicatori

Prosegue in:

Un passeggero a bordo (38) &











Secondo passeggero (39)

















….Il 15 novembre 2005 alcuni ex passeggeri del treno funebre di Kennedy si radunarono al Campidoglio insieme a centinaia di altre persone (ebbene ripropongo in questi tempi in cui i valori della sana ed onesta politica smarriti tale evento; valori smarriti in ogni luogo ove questa nello strano crocevia che si forma da sinistra a destra non meno del centro compresi gli strilloni del nuovo parlamento, viene esercitata senza competenza e capacità alcuna giacché la volontà del potere, e non certo del cambiamento, logora… Quindi sottraggo questo personaggio di altra statura alla politica per celebrarlo in onor della Storia…. Giacché questa priva di qualsivoglia fondamenta ed oggi eretta con i peggiori sentimenti quali nuova stratigrafica condizione su cui poter fondare retta, o peggio affermano, sana evoluzione; in verità e per il vero il treno e non certo quello odierno di cui la democrazia disconosce ogni democratico principio, quel treno dicevo.. è pur fermo e forse mai partito per edificare una.... 




...nuova Terra senza l’immancabile urlo disperato del West… assommato al quarto & quinto potere ed oggi più di ieri - pur i mezzi evoluti - difettare nel teatro cui consumare ogni nuovo quanto antico delirante spettacolo purché la ‘grande-notizia’ faccia la propria comparsa a suon di nacchera… lieta annunciare morte prematura, oppure, offrire libagioni al Faraone incoronato a furor di popolo, difettando pronostici e calcoli nella stratigrafica condizione in cui la stessa [democrazia] ancorata ad una miopia prossima alla cecità con cui si è soliti ignorare i principi della vita ed in cui l’idealismo asservito e sacrificato all’altare di una corrotta e delirante economia, [qualcuno è giunto ad ugual simmetriche conclusioni ed anche lui vinto da un voto ignorato o fors’anche…. annullato nell’eterno sonno della ragione per conto di un miglior stato] annunciare la fine prematura tanto per il nativo quanto chi pur l’ha difeso nella giustizia di un equo mondo terreno…)… non ci sono altri casi di eventi simili organizzati per festeggiare gli anniversari di presidenti…




Per cui per un attimo - e se potessi in questo… - fermiamo il tempo e sogniamo quanto in verità non ci è permesso… perché la Storia rigurgita di personaggi con fucili e pistole abbattere ogni Speranza… terrena… Ed immaginiamo che Kennedy lasci la Embassy Ballroom per una diversa strada, o sposti la testa di un centimetro nel momento in cui Sirhan (e quanti come lui…) esplodere il colpo comandato da chi assente ad ogni retto principio e con questo morale e valore consoni alla Vita…




Allora, invece di riposare in una bara di mogano nella navata della cattedrale di Saint Patrick a New York, il 7 giugno si alza prima dell’alba, ed ora, nel momento in cui scrivo e qualcuno leggerà tal solitaria commemorazione poter attingere dal suo sacrificio e come lui ed in lui edificare quanto non è stato concesso. Immaginiamo così di poter consumare una fugace colazione insieme ai delegati dello stato alla Convention nazionale, immaginate di poter proseguire con il suo Grande Spirito fino alle Niagara Falls, dove un magnifico pomeriggio di primavera o di autunno inoltrato, con il muro di acqua scrosciante alle spalle pronunciare il discorso di apertura della campagna, e non solo sua, ma di ognuno che aspira ad un mondo più nuovo e giusto, e poi volare a Long Island e, in piedi sul rimorchio di un camion nel parcheggio del Walt Whitman parlare di fronte a parecchie migliaia di volti con impressa l’ideale della Poesia travalicare ogni confine e come gli antichi ci insegnano, ispirare ogni vero e più saggio principio… e permettere ad ogni bambino futuro ‘uomo’ di poter rimembrare quel ruscello e pregare i motivi del suo e nostro Pensiero… in lui riflesso… acqua limpida di solidi principi trasparente ad ogni diversa corrente… e non addomesticata alla facile condotta che tutto inquina nel contrario di quanto costretto…




PERCHE’ C’ERA UN BAMBINO CHE USCIVA OGNI GIORNO

E il primo oggetto che osservava, in quello si
trasfondeva,
e quell’oggetto diventava parte di lui per quel giorno o
per parte del giorno,
o per molti anni o vasti cicli di anni…

I primi lillà divennero parte del bambino,
e l’erba e i convolvoli bianchi e quelli rossi, il bianco e
il rosso trifoglio, e il canto del saltimpalo….

E poi i dubbi del giorno e i dubbi della notte,
l’incuriosito se e come,
se ciò che appare è realmente in quel modo, o è solo polvere e bagliori….

Perché uomini e donne divenuti adulti e che affollano
le stesse strade che cosa sono [divenuti ora]
se non polvere e bagliori?

(W. Whitman)


PER UN BAMBINO QUESTO PENSIERO

Va intorno al monte, vai piano,
poiché il monte è lieve e silenzioso,
immaginati l’ampia valle
sull’altro lato del monte,
pensati al di là del monte
nella valle non protetta,
dove forse c’è dolore o pericolo.

Traccia un cerchio di [buoni] pensieri
intorno al lieve, silenzioso, monte
e il monte si trasforma in cristallo,
e tu vedi la valle aperta
attraverso il monte di cristallo,
e l’intera verità del monte
e della valle è tua.

Vai intorno al monte, vai cauto,
ed entra piano,
nella valle colma di pace,
dove batte il cuore del monte di cristallo.

(Nuvola Blu)

E IL CRISTALLO MI NARRA UNA VERITA’ INFINITA DALL’ALBA AL TRAMONTO  RECITANDO UGUAL PREGHIERA INCISA NEL CERCHIO DELLA VITA

Un lupo gentile
mi ha svelato un segreto;
sul mare – dall’acqua blu,
sui piccoli pesci
e i pescecani….

(Nancy Benton, 6 anni)




E come dicevo… immaginate di poter proseguire con il  Grande Spirito rimembrato fino alle Niagara Falls, dove un magnifico pomeriggio di primavera o di autunno inoltrato, un muro di acqua scrosciante di un ruscelletto divenuto torrente di folla e gente quali bagliori e lampi di luce pronunciare il discorso di apertura della campagna e di nuovo poter udire: ‘Avete sentito del voto indiano?’;… Kennedy infila poi la testa in una stanza e domanda ai giornalisti che la affollano: ‘Volete che parli degli indiani? Pensate, in una contea del South Dakota c’erano in palio 858 voti indiani. Io ne ho avuti 856, Humphrey solo 2’. Poi con un sorriso furbo aggiunge: ‘McCarthy [sì proprio lui quello della caccia alla streghe e dei lupi mannari…] non ne ha preso neanche uno (non un voto né un libro…)’.

Poi il ruscello divenire cascata nell’abisso precipitato

Perché uomini e donne divenuti adulti e che affollano
le stesse strade che cosa sono [divenuti ora]
se non polvere e bagliori?



  
I risultati della California arrivarono con lentezza, dato che per la prima volta a Los Angeles si votava utilizzando macchine che perforavano le schede elettorali, e al conteggio definitivo Kennedy ebbe quasi il 95% del voto… (se solo ora non fosse Elemento - aria fuoco vento e Terra - di questo Frammento divenuto Storia…)…




Dopo il 1968 la parola ‘speranza’ è divenuta l’equivalente oratorio di spilla con la bandiera americana appuntata alla giacca, un abbellimento retorico di rigore, corrispondente ad una vaga promessa di giorni migliori. Ma la speranza che offriva Robert Kennedy era qualcosa di specifico: che la fiducia degli americani (e con loro molte altre nazioni…) nella propria integrità e decenza morale potesse essere ripristinata e non mortificata ogni giorno. Il suo assassinio, avvenuto il 5 giugno, 82 giorni dopo l’annuncio della candidatura, non rappresentò solamente la morte di un altro Kennedy o di un giovane e promettente leader politico, ma la fine di questa speranza (coronata, o meglio potremmo dire e non certo recitare, sublimata con l’avanzare di un simmetrico vagone procedere nel verso opposto trasportare veri fantasmi affollare ugual delirante mondo politico dismesso e privato dei suoi basilari principi e diritti sacrificato all’altare di personaggi all’ombra di un  McCarthy, o ancor peggio, di un miliardario Hoover, ma forse più avvezzo ad un Hoffa sindacato di ricchi ingordi affaristi senza scrupoli e deliranti zar con i cappucci del vecchio klan affollare medesime strade per L’America detta non meno dell’Europa, ma quantunque accomunati  uniti e difettati di quella specifica distanza e consistenza nel profilo che distingue un idealismo politico dal più ‘basso consumismo’ nel poter coniare qualsivoglia moneta e con questa sana e più concreta ricchezza [penso che anche Lincoln mi darebbe ragione e assistenza] che avevano reso l’America degna del proprio ed altrui sogno recitare e auspicare un ‘mea-colpa’ ove poter di nuovo fondare una Frontiera degna di questa nome e non un muro nell’Impero conteso con una Cina divorare ciò di cui resta - visto che il tutto condito fa rima con rovina nel ghetto di ugual via…)…




Tutto ciò spiega perché l’8 giugno 1968 abbia avuto luogo la più spettacolare dimostrazione di cordoglio pubblico per un cittadino americano che non era mai stato eletto presidente, quando un convoglio funebre di 21 vagoni ferroviari, con la locomotiva pavesata a lutto, trasportò la salma di Kennedy da New York, dove si tenne il funerale, fino a Washington, ove fu sepolto. I treni che avevano trasportato le spoglie dei presidenti Abraham Lincoln e Franklin Roosevelt viaggiarono da corteo funebre, sorpassando falò, bande e folle in lacrime, e sostando per momenti di omaggio.
Invece il treno di Kennedy avrebbe dovuto procedere a velocità normale, senza mai fermarsi. Certo ci si attendeva la partecipazione della gente, ma nessuno si immaginava che in quel soffocante sabato pomeriggio due milioni di persone si sarebbero dirette verso i binari, guadando acquitrini, attraversando prati, scivolando sotto le staccionate, ammassandosi ai balconi dei caseggiati, arrampicandosi sui tetti delle fabbriche, stando in piedi nei depositi di robivecchi e nei cimiteri, sbirciando in basso da ponti, viadotti e alture; il cronista politico Theodore White, uno dei 1146 passeggeri, scrisse. ‘In ogni modo, solo quando il treno funebre che lo trasportava a Washington emerse dal tunnel sotto l’Hudson ci si rese conto davvero di che genere di uomo fosse stato e di cosa avesse rappresentato nel suo ed altrui sogno spezzato….’.
(T. Clarke, L’ultima campagna) 
















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