CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
UN LIBRO ANCORA DA SCRIVERE: UPTON SINCLAIR

martedì 16 febbraio 2016

I DUE ALBERI (16)





































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...Disgiunta dalla natura cui la vita cresce e prospera nel fertile terreno ove ogni bosco conferire forza e non solo riparo per ogni sofferta fuga… (e ricordo il resoconto di Evans-Pritchard del 1937 sulla magia terapeutica tra gli Azande fu uno dei primi rapporti a descrivere sedute spiritiche di medici-stregoni, durante le quali medicamenti divinatori tratti da Alberi ed erbe magiche venivano resi efficaci attraverso suoni di tamburi, canti e danze liberatori dal male. Abbiamo letto circa quanto rilevato da Ginzburg con le sedute - per un verso sciamaniche - cui la Storia attribuirà diverso aspetto interpretativo circa i ‘Benandanti’…) Talché questa simmetria e via può apparire un incomprensibile verso e suono fors’anche un manifesto o deleterio paradosso, ma siamo progrediti nell’Itinerario di un Sentiero nella volontà della Verità cui premette la cima, quando il progresso nell’odierno e/o recente tempo tradotto (a noi ed alla verità ad ogni verità avverso), nella propria riproducibilità, manifesta positivo intento elevando a sentimento e ragione, e con loro l’Anima albergata, eterna e conosciuta per quanto manifesta ad ogni uomo cui Dio pose prezioso dono, oppure, all’opposto, arguto ‘Golem’ cui predare simil intento replicato ad una soglia oltre modo contro misura e natura…




… E certo qui non voglio palesare circoscritta ed ortodossa finalità disgiunta dalla Storia, sarei al pari se non peggio, di coloro i quali fuggo! Sarei peggio di coloro i quali circoscrivo ad un limitato progresso cogitato e (dicono anche posto in similitudine al)  genio, privando l’altrui di quanto la natura non pose mirabile sua opera e mano, in quella grigia stagione all’eterno autunno offesa… La qual compie similar tempo ed inverno per ogni ingegnoso intento… riducendo Natura ed Alberi, e con loro bestie e bestiari, graditi al palato di ogni pellegrino e fortuna per ogni Giubileo pregato… giacché il peccato così perdonato. Ma spesso, lo abbiamo ripetuto, e ciò appare sottointeso, quando la mirabile fabbrica degli spartiti o dei simmetrici e consimili fogli volanti in essere, ben tanti pianoforti andati, per ogni piano e strato cui allietare l’ora o il misero secondo, ed anche per non contraddire più precisa o arguta scienza, se le accademie trasudano arte genio ed artisti per ogni Mozart alla retta dovuta, in verità e per il vero, nella socialità compiuta, ed, ad ugual statistica e lingua arguta, la violenza prosperare senza sentimento alcuno al piano terra o nell’alto del cielo cui ogni segreto ammirato alla parabola diffusa…  Talché nella ‘riproducibilità’ si insinua una duplice via, anche nel sentimento di ognuno promosso al XX secolo della...




...presente, l’inganno di cui il tempo si appropria nella manifesta capacità e tecnica privata, troppo spesso, della linfa cui la pianta si nutre alla fotosintesi della vita, sicché in simil ‘riproducibilità’ la via della Natura differire nella manifesta essenza e sostanza dell’Universo in lei contenuta quale spirale di vita, nella grande e specificità (per quanto dicono anche capacità) di manipolare l’intento detto nella sua ‘riproducibilità’ (non certo come replica Madre Natura). Così il velato progresso celare una finalità pur che certa, opponendo l’araldo di una certezza della quale del sentimento (ed emozione elevati a ‘riproducibile’ consistenza), è sì motto, ma nell’inganno (invisibilmente coniato e non manifesto) di privare nell’‘opera’ l’attiva partecipazione di questa. Così da non poter certo conseguire ad universale intento e verità cui l’oggetto della mia opera ‘riprodotta’ o meglio tradotta in diverso moto e premessa… Ed allora se pur in questa fortuna qualcuno ha pianto e tracciato il proprio lamento, altri ed in vero, si sono arricchiti con l’altrui intento…, e lo specchio misura e tempo di quanto evoluto ed edificato nell’Uno nato… E questa di certo non vuol essere una equazione della vita, ma certamente e se non altro, fedeli alla musica con cui le sfere producono intento e movimento, creare la giusta armonia, quella che non ci fu permessa la quale intona l’incomprensibile sua dottrina.




L’incomprensibile sua parola.
L’incomprensibile manifestazione di essere ed appartenere al mondo così come tradotta la vita e nel progresso gene iscritta.
Se ‘classica’ è la grandezza e con essa la vera e sola certa via maestra, certo a lei non nego siffatto intento tradotto nella ricca evoluzione della Storia composta, ad essa non nego il merito di aver nei secoli accompagnato la grandezza di ogni ‘albero’ genealogico nella fastosa, o al contrario, povera sua natura quale specchio e  mirabile memoria di ogni sovrano o schiavo da cui composta nell’opulenza della finalità raggiunta. Ma il ricordo e con questo la certezza della vita, impongono una ricerca più attenta, un orecchio ed occhio più accorto nella (musicale) ‘geometria’ rilevata, sicché la strada verso quel Teschio (quale finalità dello Spirito e dell’Anima qual Primo intento e Dio nel ‘gene’ seminato) se pur nella pagana e controversa sua natura in spirale contraria in moto per taluni avverso all’orecchio di chi abituato a godere dal palco l’opera misurata, comporre quella armonia dai tanti privilegi goduta dal palco della medesima Opera. Sicché fedele all’Eretico ingegno sicuramente travisato e come sempre dalla Storia tradito, ripercorre quel suono perso dal quale ogni mondo lontano lasciare ‘al fondo’ di codesto Universo una traccia ‘asimmetrica’ da far sì che la fisica scienza non sia manifesta ed isolata disciplina, ma con essa da altre accompagnata tracciare il mito cui l’antenato nato…

Chi ha stimolo e sensazione comprende l’Itinerario percorso…













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