CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
UN LIBRO ANCORA DA SCRIVERE: UPTON SINCLAIR

mercoledì 2 settembre 2015

COSA E' LA MEMORIA? (3)


















Precedenti capitoli:

Cosa è la Memoria? (2/1)

Prosegue in:

Cosa è la Memoria? (4)













Quando il giorno aveva una
diversa ora,
e mai vi era paura.
Accarezzo il corpo,
come la pietra che mi dona
un altro fossile della memoria.
Bacio la vanga che mi ha restituito
Divina creatura,
piango la memoria di un’altra
storia.
La forma nell’ora del giorno
assume ora un nuovo contorno.
Ogni strato di pelle
che semino lieve,
è una scultura che ridona sorriso.
La forma ora assume colore,
il Dio muta il corpo perfetto
in maschera di terrore.
Esorcizza paura e dolore,
una vita impastata coi Démoni:
una lotta fra la luce
e la più nera visione
di dolore. (5)

La lotta si fa dura,
fra il bene che avanza,
e il male che domina ogni
sostanza,
scritta nella dura terra
della rozza materia.
La pietra diviene diavolo contratto,
angolo perfetto dell’intera
costruzione.
La scultura mi dona paura antica:
una parola non ancora capita,
quando Dio sussurrava
la prima rima nella materia,
lenta poesia della vita. 
Ha ferito solo la memoria,
un bene donato e mai capito,
forse solo appena intuito
nel gene del primo elemento.
E nella forma perfetta di altro
Dèmone
dell’intricata storia. (6)

Rapirono così il ricordo di una
preghiera,
illuminata anch’essa
da una stella.
Così rubarono l’amore di un Dio
che lotta contro la prigione
di un profeta,
perché non è materia
come la sua terra.
Ora mi dona la stessa visione.
La poggio sulla sua terra,
ora che il mostro invade il sogno
e diviene incubo di un altro regno:
la pietra incisa assume la forma
di una divinità mostro indegno. (7)

Invase per molti secoli
questo regno:
forma estinta di un’altra vita,
morta di colpo per mano di una
meteora impazzita.
Incise la volontà di un diversa
coscienza,
divenuta principio di vita
scolpita nella pietra.
Pian piano ci mostra la bellezza
antica,
splendida nella forma scolpita,
con una testa proibita di bestia
divina.
Gene della memoria,
scava un primo ricordo
mai morto,
forse solo un Dio…
…appena risorto. (8)  

Ricordo questo sogno,
paura mai morta
come una divinità
sepolta,
estinta come lo scheletro
crepato di sete
sulla riva del torrente.
Ricordo la visione di un animale,
lento striscia e mi spia,
forma mai estinta di vita.
Ricordo la terra tremare
al passaggio di quella Dea.
Ricordo il diavolo assumere
nuova visione,
nel caos di una nuova dimensione.
La pietra mi dona tanti troppi
ricordi mai sepolti,
e assume un nuovo colore,
in questa giornata piena di sole. (9)

Sono uno scultore,
e in un sol giorno scolpisco
la memoria,
di milioni di anni di storia.
Capisco che il chiodo è solo
l’ultimo minuto di uno stesso Dio,
morto troppe volte all’ombra di una
pietra,
della mia grande scultura.
È visione antica nominata mitologia,
ripetuta nella mente
di questo piccolo torrente.
La incido con amore e sudore
dalla mattina alla sera,
di un giorno infinito
….senza preghiera. (10)

La pietra,
più la giornata passa e muta
colore,
più assume diverso spessore.
La scultura antica diventa profilo,
si beffa del mio sudore
accompagnato al triste destino.
Ride al sole della nuova venuta,
ride come un satiro della mia scoperta,
ride della forma che incido,
ride osservando il mio profilo.
Mentre io scruto il suo
levando la polvere.
Lui mi asciuga la fronte di tanto
sudore,
e mi fissa con l’occhio rivolto
in un'altra direzione. (11)

Mi fissa e ride dell’illusione
del tempo che scorre.
È nato ridendo
ed è morto contento,
con la certezza che il tempo
mai è esistito,
quando adornava la tomba
del suo Dio.
Quando vegliava la sua casa,
quando annunciava il nuovo
martirio,
divenuta ultima tentazione
per un mondo migliore. (12)

Il caso lo volle ubriaco di gioia,
per ugual stella
che illumina la luce della parola.
Lo vuole ora,
muto testimone, 
con solo il riso della comprensione
di un’altra visione.
Continua a ridere,
mentre lo poggio a terra,
il mulo fedele spalanca la bocca
appena lo vede.
Il cane abbaia al vento,
urla alla bestia,
che scalcia e tira l’aratro
in un'altra direzione. (13)

La statua ride dello scompiglio,
è di nuovo padrona della situazione.
La stella muta colore
e dona nuova visione.
Un popolo intero trema
per questa divina creatura.
Chi prega, chi cerca riparo,
chi ritrova parola.
Lui nel riso del suo Dio,
prova solo compassione
per tanta incomprensione. (14)
 
Ride di gusto,
è la sua preghiera,

osservando il volgo...











Nessun commento:

Posta un commento