CHI DELLA FOLLA, INVECE,

CHI DELLA FOLLA, INVECE,
UN LIBRO ANCORA DA SCRIVERE: UPTON SINCLAIR

domenica 7 luglio 2013

SOSTA AD AVIGNONE (denaro & guerra) (9)














































Precedente capitolo:

una bolla per il paradiso (8)

Prosegue in:

sosta ad Avignone (denaro & guerra) (10)












...Andiamo qualche secolo indietro (certo non c'è bisogno del prezioso
tomo della storia, comunque...), con il trasferimento ad Avignone, pa-
radossalmente, il papa si avvicina alla posizione di un principe secola-
re in misura maggiore rispetto all'epoca in cui le circostanze lo aveva-
no indotto ad allontanarsi da Roma e dall'Italia.
Fin dal primo papa avignonese, Clemente V (1305-1314), le spese
della Santa Sede s'impennano. In breve tempo il numero di dignitari
della corte pontificia si assesta tra le 400 e le 500 persone, un centi-
naio in più rispetto all'ultimo papa romano, Bonifacio VIII.




Sulla scorte di una documentazione particolarmente ben conservata,
Guillemain ha dimostrato che nel suo quarto anno di pontificato Cle-
mente V spese 120.000 fiorini, di cui 30.000 per la sola gestione do-
mestica del suo palazzo tra stipendi, cibo, cera, bucato, fieno, e....
mantenimento dei cavalli.
Le spese non domestiche includono acquisti di pergamena (fra cui
nel presente post ne includiamo una risalente alla fondazione dell'-
antica Università di Perugia...), compensi onerosi di cappellani, no-
tai e messi.




Le entrate provengono in primo luogo dai diritti sovrani della Santa
Sede, come i censi dovuti dal re di Napoli e da altri signori italiani
e l''obolo di San Pietro' versato dai regni scandinavi.
Tutte queste imposte vengono saldate di malavoglia dai debitori no-
nostante il frequente ricorso alla scomunica.
26.000 fiorini provengono dalle somme che vescovi ed abati sono
tenuti a pagare al momento dell'elezione o della nomina. Jan Favier
ci ricorda che i pagamenti delle decime arretrate contribuiscono in
parte al completamento del bilancio.




Una rilevante voce di spesa nei conti di Clemente V è rappresenta-
ta dai doni elargiti sia ai grandi personaggi di cui voleva conquistar-
si favore e protezione, ad esempio i re di Francia e Inghilterra, sia,
soprattutto, a membri della sua famiglia nell'ambito di una prassi
sfacciatamente nepotista....
(Prosegue...)
(J. Le Goff, Lo sterco del diavolo)











Nessun commento:

Posta un commento